Mister Chocolat di Roschdy Zem

21/07/2016  21:30 -  23:30

21/07/2016

Accessibile
Eventi per: Per tutti0-99
Mister Chocolat di Roschdy Zem

Info

Rassegna "Cinema sotto le stelle"
Prezzo ingresso: Biglietto Intero euro 5, Ridotto euro 4, Studenti under 26 euro 3

Organizzato da

Teatro Fraschini
Telefono: 0382 371201
E-mail: gsollazzi@teatrofraschini.org

SFIDA

Giovedì 21 luglio 2016 ore 21.30

Mister Chocolat (Chocolat)    

Regia Roschdy Zem,
interpreti Omar Sy, James Thierree, Clotilde Hesme, Olivier Gourmet, Frédéric Pierrot, Noémie Lvovsky, Alice de Lencquesaing, Olivier Rabourdin,
origine Francia 2015, durata 110'.

Su il sipario per il pagliaccio Chocolat che va in scena: Omar Sy e James Thierre (nipote di Chaplin) protagonisti di un film tratto dalla vicenda di vita del primo clown nero della storia francese.

Francia, 1897. Rafael Padilla, nero di origine cubana, è uno dei freaks di Monsieur Delvaux, direttore artistico di un piccolo circo di provincia. Tra la donna cannone e l'uomo più alto del mondo, Rafael porta un osso tra i capelli e celebra il mito del selvaggio famelico terrorizzando sulla pista donne e bambini. Poi George Footit, clown bianco di professione, vede in lui un potenziale e gli propone di formare un duo comico. Saranno ceffoni e pedate, con una coppia che funziona a meraviglia. Il pubblico accorre, ride, li applaude. E Joseph Oller, impresario parigino li pretende ad ogni costo nel suo spettacolo...

La Ville Lumière, il successo sbalorditivo, un artista nero sulla scena francese che scopre l'uomo al di là di trucco e paillettes.

Se 6 anni fa Abdellatif Kechiche portava sullo schermo la storia di Saartjie Baartman (da noi visto in Sguardi Puri col titolo di Venere nera), donna africana e attrazione privilegiata di uno spettacolo dell'orrido in cui lo spettatore si interroga sulla complicità che può avere ogni rappresentazione col suo (proprio) sguardo, oggi Mister Chocolat si fa delle domande sulle contraddizioni di una società bianca razzista e sadica, che agisce, a quasi 100 anni di distanza, su di un corpo differente e acrobatico nella Parigi della Belle Époque. Figlio di schiavi cubani, diventato vedette del circo parigino alla vigilia della Prima Guerra Mondiale, Rafael Padilla, in arte Chocolat, fu la prima celebrità nera dello showbiz francese. Vera e propria figura tragica Chocolat morì nell'oblio dopo due decenni di celebrità, fu ignorato per un secolo e riemerge oggi nella coscienza collettiva attraverso il lavoro dello storico Gérard Noiriel "Chocolat, clown nègre".

Genere, razza, classe e appartenenza geografica. Rafael Padilla è corpo diverso -e inferiore- da osservare ed esporre sotto i tendoni dei circhi. Va oltre la categoria del pensare e sentire europeo dell'era moderna. Si può ammirare, non amare. È l'impensabile per l'ordinario razzismo della Francia repubblicana all'inizio del '900. Ogni elemento riemerge dalla Storia. La stagione degli imperi coloniali e degli expo ossessionati dalla spettacolarizzazione del guardato, la messa in scena che non conosce pudore, la natura stessa del protagonista, un povero diavolo buono, vittima delle sue debolezze, la passione per le donne ed il gusto per il gioco, il rifiuto sostanziale di una società esclusivista, che non tollera per una “bestia da circo” la hybris di recitare Shakespeare. Ma fino a che punto è lecito spettacolarizzare il gusto per l'orrido e la mancanza d'amore?

Elusivo, attraente, ambiguo, di riflessione.


In caso di maltempo la proiezione verrà annullata e recuperata in autunno presso il Cinema Politeama.