Sole alto di Dalibor Matanic

14/07/2016  21:30 -  23:30

14/07/2016

Accessibile
Eventi per: Per tutti0-99
Sole alto di Dalibor Matanic

Info

Rassegna "Cinema sotto le stelle"
Prezzo ingresso: Biglietto Intero euro 5, Ridotto euro 4, Studenti under 26 euro 3

Organizzato da

Teatro Fraschini
Telefono: 0382 371201
E-mail: gsollazzi@teatrofraschini.org

LIBERI

Giovedì 14 luglio 2016 ore 21.00

Sole alto (Zvizdan)

Regia Dalibor Matanic,
nterpreti Tihana Lazovic, Goran Markovic, Nives Ivankovic, Mira Banjac, Slavko Sobin, Dado Cosic, Trpimir Jurkic, Lukrecija Tudor, Stipe Radoja, Tara Rosandic, Ksenija Marinkovic,
origine Croazia, Serbia, Slovenia 2015, durata 123'.

L'amore fra un ragazzo croato e una ragazza serba, tre volte nell'arco di tre decenni consecutivi. Stessi attori, ma che interpretano coppie diverse. Sincerità nell'approccio, un tentativo di superare la guerra dei Balcani, un'analisi che coglie nel profondo lo specifico di questa tragedia.

Nel 1991 Jelena e Ivan si amano e stanno per lasciare i paesi in cui vivono per trasferirsi a Zagabria. Ma lei è serba e lui croato. I primi segnali dell'esplodere dell'odio etnico giocano contro questo progetto.
Nel 2001 una giovane serba, Nataša, torna con la madre nella casa in cui avevano vissuto e in cui la guerra ha lasciato profonde ferite. Ante, croato, accetta di lavorare nell'edificio per restaurarlo. La ragazza però non sopporta la sua presenza. È il 2011 e Luka, croato, torna al paese per una festa dopo una lunga mancanza. Ci sono i suoi genitori, che lui non vede da tempo ma, soprattutto, c'è Marija, serba con la quale Luka ha avuto molto di più di una semplice relazione.

Il conflitto che ha insanguinato i Balcani sembra appartenere al passato più remoto. Le generazioni più giovani spesso non ne sanno proprio nulla. A loro si rivolge Dalibor Matanic con il suo film che parla di un conflitto che, tra il 1991 e il 1995, infiammò l'ex Jugoslavia, ma che si apre anche alle dinamiche che sono proprie di ogni guerra civile. Bello poi è anche il modo scelto. Tre storie in cui il rapporto amoroso diviene segnale per evidenziare la sofferenza, ma anche la possibilità di una speranza, che lasci intravedere nell'altro una persona, non solo un'etnia o uno schieramento politico.

Matanic ha conosciuto sulla propria pelle la realtà di cui parla. E i Balcani non hanno dimenticato tutti i morti, gli eccidi, le violenze di cui è fatta ogni guerra. Ecco perché questo film è così importante. Perché ha il coraggio di ricordarci, in un periodo in cui l'intolleranza sembra tornare a dominare le dinamiche mondiali, che si può guardare alla realtà in modo altro. Diverso. Ecco dunque giustificata anche la scelta stilistica spiazzante, di far interpretare agli stessi due attori personaggi differenti in epoche differenti. Diversi e uguali questi due interpreti riescono ad essere tutti noi. Persone a cui è chiesto di scegliere se amare od odiare. Se usare le etichette o giudicare caso per caso. Bando dunque ai “volemose bbene” retorici ed indistinti. Matanic pensa che si possa guardare al futuro non ignorando il passato. La luce però dev'essere allo zenit. Il sole alto. Altrimenti come  sfuggire alle nubi che lo possono nascondere alla vista dei singoli come di intere società?

Giusto.

In caso di maltempo la proiezione verrà annullata e recuperata in autunno presso il Cinema Politeama.