Bach e dintorni - I Solisti del DemetrioLa città come palcoscenico

04/08/2021  21:30

Castello Visconteo
Piazza Castello, Pavia
Accessibile
Bach e dintorni - I Solisti del Demetrio

Organizzato da

Comune di Pavia - Assessorato alla Cultura
Telefono: 0382.399302
E-mail: cultura@comune.pv.it
 
Castello Visconteo
Piazza Castello, Pavia

Il concerto si terrà anche in caso di maltempo (in luogo coperto), sempre presso il Castello Visconteo
 



Mercoledì 4 agosto, alle ore 21.30, nel cortile del Castello Visconteo di Pavia per La città come palcoscenico si esibiranno i Solisti del Demetrio in un concerto dedicato a Johann Sebastian Bach e ai suoi amici Georg Philipp Telemann, Johann Friedrich Fasch, George Frederick Handel e Antonio Vivaldi e, infine, a Carl Philipp Emanuel Bach, il figlio forse più talentuoso e amato.


Gabriele Formenti flauto traversiere
Maurizio Schiavo violino barocco e viola d'amore
Daniele Bogni violoncello barocco
Ugo Nastrucci tiorba


Acquista online il tuo biglietto a partire da 3 euro


PROGRAMMA

Georg Philipp Telemann
(Magdeburgo, 1681 – Amburgo, 1767)
Triosonata in re maggiore per flauto, viola d'amore e basso continuo TWV 42 D15
Adagio – Presto – Con gravità ma non grave - Allegro

Johann Sebastian Bach
(Eisenach, 1685 – Lipsia, 1750)
Triosonata in sol maggiore per flauto, violino e basso continuo BWV 1038
Largo – Vivace - Adagio - Presto

George Frederick Handel
(Halle, 1685 – Londra, 1759)
Triosonata in si minore op II n. 1 per flauto, violino e basso continuo
Andante – Allegro, ma non troppo – Largo - Allegro

Johann Friedrich Fasch
(Buttelstedt, 1688 – Zerbst, 1758)
Triosonata in re maggiore per flauto, violino e basso continuo
Affettuoso – Allegro – Largo - Allegro

Carl Philipp Emanuel Bach
(Weimar, 1714 – Amburgo, 1788)
Triosonata in la minore per flauto, violino e basso continuo Wq 148
Allegretto – Adagio – Allegro

Antonio Vivaldi
(Venezia, 1678 – Vienna, 1741)
Concerto da camera in re maggiore per flauto, violino e basso continuo RV 84
Allegro – Andante - Allegro
 



Compositore, virtuoso della tastiera, didatta coscenzioso e fecondo (i figli Wilhelm Friedmann e Carl Philipp furono suoi allievi), ricercato come esperto collaudatore di organi, Cantor della chiesa di San Tommaso a Lipsia (e prima ancora maestro di capella a Weimar e a Cöthen), il sempre indaffarato Johann Sebastian Bach non smise mai, nel corso della sua operosa vita, di ritagliarsi il tempo necessario per coltivare, accanto allo studio, un'amplissima rete di contatti professionali. Una vera e propria attività di public relation che, a partire dai rapporti con i numerosi colleghi appartenenti alla sua famiglia (il clan Bach forniva da più di 200 anni musicisti di ottimo livello alle corti e alle chiese di Sassonia e Turingia) si estendeva poi a cerchi concentrici per tutta la Germania. Tra i compositori con cui Johann Sebastian sviluppò un rapporto particolarmente stretto, il posto d'onore spetta senz'altro a Telemann. Quando nel 1723, dopo un anno di tentativi infruttuosi, si giunse alla nomina del nuovo Cantor per San Tommaso, la municipalità di Lipsia aveva già offerto il posto ad altri due candidati: Graupner e, per l'appunto, Telemann, che era stato il primo designato dalle autorità cittadine a ricoprire l'incarico. Solo il rifiuto dei due musicisti, che godevano di maggior stima e considerazione di Bach, spinse infine la città di Lipsia a “ripiegare” sul meno apprezzato Johann Sebastian. In realtà Bach e Telemann erano legati da una amicizia che andava ben oltre la stima professionale: i rapporti tra le due famiglie erano strettissimi, tanto che Telemann fu il padrino di battesimo di Carl Philipp. Negli anni Telemann seguì il figlioccio con vigile e affettuosa attenzione, giocando un ruolo determinante nella nomina del giovane Bach a suo successore al duplice incarico di Musikdirektor della città di Amburgo e di Cantor presso il locale Johanneum. La parte ancor oggi nota della grande biblioteca personale di Johann Sebastian, per quanto frammentaria, testimonia la centralità, nella sua incessante ricerca artistica, dello studio approfondito sia delle opere dei compositori del passato che di quelle dei suoi contemporanei più significativi. Tra di essi Johann Friedrich Fasch era certamente uno dei più stimati, come attestato dalle sue suite orchestrali che Bach copiò di suo pugno e che eseguì a Lipsia con il Collegium Musicum da lui diretto. Tuttavia, come ci è noto dalla testimonianza di Carl Philipp, il musicista che egli ammirava maggiormente era certamente Handel. Oltre ad eseguire a San Tommaso alcune sue composizioni, Bach copiò la partitura completa della Brockes-Passion. La cosa curiosa è che egli tentò più volte, ma invano, di incontrare di persona Handel. Considerando i musicisti della generazione precedente che ebbero un ruolo di rilievo nella formazione del giovane Johann Sebastian, non si può fare a meno, infine, di ricordare Vivaldi. Grazie allo studio e alla rielaborazione per tastiera dei suoi concerti, non solo Bach assimilò lo stile italiano “moderno”; ma, come notò Forkel (ex allievo di Bach e suo primo biografo), i lavori Vivaldi gli “insegnarono a pensare musicalmente” e gli fornirono un modello straordinario per sviluppare le sue idee musicali “con ordine, coerenza e relazione”.

Maurizio Schiavo