L'antica biblioteca di corte

12/03/2024  09:45

Castello Visconteo
Piazza Castello, Pavia
Accessibile

Organizzato da

Musei Civici di Pavia
Telefono: 0382.399770
E-mail: museicivici@comune.pv.it
 
Castello Visconteo
Piazza Castello, Pavia

Sulla base dello studio dei documenti pervenuti, è stata individuata la posizione dell'antica 'Libraria' nella sala al piano nobile della torre sud-ovest.
La biblioteca Viscontea fu una delle più importanti dell'Europa di quel tempo, sia per il numero sia per la qualità dei volumi.
Pare che nel 1368 Galeazzo II avesse invitato Francesco Petrarca, per preziosi consigli sull'organizzazione della biblioteca e su quali volumi acquistare.

I volumi erano disposti su ripiani orizzontalmente, e non sovrapposti, perché pesanti e ornati con gemme.
Erano legati con catenelle d'argento per evitare che fossero rubati. Erano molto preziosi, scritti a mano e miniati.
Per dare un'idea del valore, si pensi che Bernabò Visconti offrì come dono di nozze alla figlia Verde un libro di preghiere, del valore equivalente a quello che oggi si userebbe per acquistare una casa.

Oltre ai libri nella sala c'era un orologio astronomico molto ammirato, costruito nel 1381 da Giovanni Dondi: era un planetario che al suono delle ore mostrava la posizione dei vari pianeti e delle stelle (https://collezioni.museicivici.pavia.it/bvs/#7).

In questa sala si è trovata conservata, in un certo periodo (intorno al 1456), anche la celebre raccolta di 200 reliquie*** di Santi, tra cui un braccio di Santa Maria Maddalena, un dente di San Cristoforo e persino la testa del drago di San Giorgio, oltre all'immancabile corno di unicorno!

La sala presenta purtroppo grandi lacune alla decorazione muraria, che doveva in origine essere costituita da riquadri geometrici (sull'esempio di quella nella sala sottostante, la Sala azzurra***, ma senza stemmi o decorazioni a pastiglia dorata) e presentare su tutte le pareti una sorta di finto 'velario' verde.

Il pavimento doveva essere a mosaico, probabilmente maiolicato: se ne offre un parziale frammento di ricostruzione almeno figurativa, sull'attuale parquet ligneo realizzato quando è stato necessario intervenire sulla struttura della calotta della volta sottostante.

Stefano Breventano, nelle pagine del suo itinerario tra bellezze e vestigia (superstiti o perdute) della storia pavese, scrive:

«Nel mezzo dell'altro torrione il quale nello entrare resta a man sinistra è una camera la quale di quadrata forma capisce la grandezza d'esso torrione et ha le finestre come fin hora si veggono imbiancate di fuori, nella quale era una copiosa libraria et delle più belle che à que tempi si potessero vedere in Italia, i cui libri erano tutti di carta pecorina scritti a mano con bellissimi caratteri, et miniati, i quali trattavano di tutte le facoltà letterali sì di leggi come di Theologia, Filosofia, Astrologia, Medicina, Musica, Geometria, Retorica, Istorie et d'altre scientie, et erano di numero novecento e cinquanta et uno volume, come è notato in un Repertorio scritto in carta pecora, il quale è appresso di me, e detti libri erano coperti chi di velluto, chi di damasco o raso et chi di brocato d'oro o d'ariento con le lor chiavette et catenelle d'ariento con le quali stavano fermati alli panchi, i quali erano posti con quell'ordine et modo con che sono quelli delle Scuole pubbliche ma però fatti più belli come richiedeva il luogo et il grado di chi gli haveva fatti fare, ivi era ancora un corno di Liocorno lungo quasi un braccio il quale si mostrava per cosa rara et singolare. Il pavimento di questa stanza è fatto a quadretti di diversi colori come fussero vitriati».