La decorazione degli ambienti interni al piano nobile, ala est (Pinacoteca antica)

11/03/2024  19:35

Castello Visconteo
Piazza Castello, Pavia
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Musei Civici di Pavia
Telefono: 0382.399770
E-mail: museicivici@comune.pv.it
 
Castello Visconteo
Piazza Castello, Pavia

Saliti al piano nobile, le campate della Pinacoteca antica presentano una commistione di parti decorative appartenenti a diverse fasi della storia del castello, in un percorso un po’ a ritroso.

Le volte della prima e seconda campata fanno parte degli interventi più ‘recenti’, rispetto a quanto finora visto. Si tratta cioè di decorazioni effettuate durante la dominazione spagnola, e in particolare si riconosce, al centro della volta della prima campata, lo stemma dei da Toledo, i cui membri, Rodrigo e Ferdinando, furono castellani di Pavia rispettivamente nel 1575 e nel 1595.

Nei quattro spicchi sono raffigurate le personificazioni dei Quattro elementi costitutivi dell’Universo (Aria, Acqua, Fuoco e Terra) con Nettuno su un mostro marino e Giove su un’aquila.
Sulla parete ovest, la figura femminile con i covoni di fieno è personificazione dell’Estate, probabilmente unica superstite di un ciclo con le quattro stagioni.

Al di sotto, a sinistra, un frammento di viole con verzura risale alla fase tardogotica di Gian Galeazzo Visconti (+ 1402).
Nella nicchia sottostante, la raffigurazione di un orso che tenta di raggiungere i frutti rossi di un albero è stata messa in relazione con la città di Madrid, e riferita quindi al periodo spagnolo, ma osservando il tipo di decorazione della voltina si potrebbe pensare che risalga ad una fase decorativa antecedente di questa che verso il 1469 era descritta come «sala da leopardi».

Sulle pareti della seconda campata sono rimaste tracce della zoccolatura dipinta a finti marmi.
Nella volta si riconoscono alcuni episodi delle Fatiche di Ercole, due dei quali (quelli con l’Idra e con il toro Acheloo) derivano dalle invenzioni di Rosso Fiorentino, trasmesse dalle incisioni di Gian Giacomo Caraglio degli anni 1524-1525***.

La terza campata conserva la decorazione più antica detta ‘a tappezzeria’ o ‘a compassi’, ove cerchi e poligoni si inscrivono in griglie a quadrati e rettangoli, che si ritrova in forme diverse in tutto il castello, e che si saldano con una volta a finto cielo stellato.

Suggestive ed eleganti sono le Damigelle su sfondo di rose azzurre e rosa, visibili negli sguanci della bifora della terza campata, attribuite recentemente a Gentile da Fabriano, parte della decorazione di un’unica sala – che comprendeva anche una loggetta in legno sporgente sul fossato – costituita da una teoria di fanciulle davanti a una spalliera di rose, documentata nel 1393 e nel 1469 («camera dali rose e damisele»).