Stagione d'Opera - La Traviata

12/01/2023 - 14/01/2023
Teatro Fraschini
Corso Strada Nuova 136, Pavia
Accessibile
Eventi per: Per tutti0-99
immagine di un momento della rappresentazione

Info

Prezzo ingresso: www.teatrofraschini.it

Organizzato da

Fondazione Teatro Fraschini
Telefono: 0382.3711
E-mail: biglietteria@teatrofraschini.org
 
Teatro Fraschini
Corso Strada Nuova 136, Pavia

STAGIONE D'OPERA QUINTO E ULTIMO TITOLO IN CARTELLONE: LA TRAVIATA DI GIUSEPPE VERDI
giovedì 12 gennaio, 20.30
sabato 14 gennaio, 20.30.

La tournèe di La Traviata fa tappa a Pavia giovedì 12 gennaio alle ore 20.30, in replica sabato 14 gennaio alle ore 20.30. Il progetto è frutto di un concorso internazionale di regia per under 35 realizzato in collaborazione con la Fondazione Rete Lirica delle Marche e Opera Europa.

Vinto dal TEAM DUPHOL's composto da Luca Baracchini (regia), Francesca Sgariboldi (scene), Donato Didonna (costumi) e Gianni Bertoli (light design). Lo spettacolo quindi è un nuovo allestimento coprodotto dai Teatri di Opera Lombardia e da Fondazione Rete Lirica delle Marche.

Direttore Enrico Lombardi, finalista al "Nino Rota" International Conducting Competition (edizione 2019) e vincitore del premio dell'orchestra della Magna Grecia. Ha studiato pianoforte, organo e composizione si è diplomato col massimo dei voti, lode e menzione in Musica corale e Direzione di coro al Conservatorio "G. Frescobaldi" di Ferrara e in Direzione d'orchestra al Conservatorio "L. Cherubini" di Firenze. Si è laureato inoltre in Storia della Musica all'Università di Bologna.

La regia è affidata a Luca Baracchini. Genovese, classe 1993, affianca gli studi presso Conservatorio Paganini e Accademia Ligustica di Genova all'attività performativa, muovendo i primi passi sul palcoscenico del Teatro Carlo Felice. Come assistente alla regia presta servizio nei principali teatri italiani (Teatro Regio di Torino, Teatro Massimo di Palermo, Teatro San Carlo di Napoli, Teatro del Maggio di Firenze, Opera di Roma, Teatro Carlo Felice di Genova, Arena di Verona, Rossini Opera Festival, OperaLombardia) e importanti istituzioni internazionali (Mariinsky Theatre, Spoleto Festival USA, Auditorio de Tenerife e altri). Nei suoi primi dieci anni di attività ha assistito maestri registi di impronta variegata e globale, quali Hugo De Ana (Ernani), Filippo Crivelli (per L'elisir d'amore e Il barbiere di Siviglia), Renaud Doucet (Il signor Bruschino), Giorgio Gallione (La traviata e La rondine), Davide Livermore (Carmen) e altri. Collabora stabilmente con Andrea Cigni (Pia de' Tolomei, La traviata, Tosca, Otello, Madama Butterfly, Nabucco, L'Orfeo, La fanciulla del West) e Andrea De Rosa (Simon Boccanegra, Goyescas, Suor Angelica, Lucia di Lammermoor, Attila, I puritani), per i quali è stato anche regista di ripresa.

In scena Francesca Sassu e Cristin Arsenova, Valerio Borgioni e Vincenzo Spinelli rispettivamente Violetta ed Alfredo.

Francesca Sassu nata a Sassari, Francesca Sassu ha studiato canto al Conservatorio della sua città natale e successivamente ha frequentato masterclass con importanti cantanti e insegnanti come Raina Kabaivanska, Renato Bruson e Barbara Frittoli. Ha vinto il Primo Premio al Concorso Internazionale "A. Belli" del Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto dove ha debuttato nel ruolo di Leonora ne L'Oberto Conte di San Bonifacio di Verdi.

Cristin Arsenova nata a Verona nel 1995, nell'anno 2015 compie i suoi primi studi di canto lirico diplomandosi presso l'Istituto Musicale Mater di Sanremo (IM). Al Conservatorio di musica E.F. Dall'Abaco nella classe della Prof.ssa Paola Fornasari-Patti. Nell'estate 2017 prende parte al Masterclass condotto dal baritono Renato Bruson a Verona, perfezionando il repertorio verdiano. I° premio al concorso lirico "Città di Garda" (VR) intitolato al basso "Ivo Vinco. Vince il 1° premio assoluto al concorso internazionale "Bologna International Vocal Competition" 2019.

Valerio Borgioni è nato a Roma nel 1997. Studia canto al Conservatorio Santa Cecilia di Roma, sotto la guida del M° Claudio Di Segni. Ad aprile 2016 è vincitore di un concorso per giovani voci liriche organizzato dal Ministero dei Beni Culturali. Ha anche seguito i corsi di perfezionamento all'Accademia per cantanti lirici presso il Teatro Comunale di Bologna.

Vincenzo Nizzardo baritono, nato a Locri nel 1987, si avvicina alla musica in giovanissima età per proseguire gli studi al Conservatorio Cilea di Reggio Calabria dove si diploma in canto con il massimo dei voti e la menzione speciale. Nel 2013 è vincitore del Torneo "Conservatori a Confronto", poi è Figaro ne Il barbiere di Siviglia al Rendano di Cosenza e, sempre con questo ruolo nel 2014 al Teatro Valle di Roma. Nello stesso anno è Succhiello Scorticone nel Don Checco al San Carlo di Napoli e, nel Circuito Lombardo è Hermann e Schlemil in Les contes d'Hoffmann.

Lo spettacolo

Il team creativo ha pensato ad una tragedia dell'intimità che ha al centro una protagonista incapace – lei per prima – di accettare sé stessa e la sua storia. Nel passato di Violetta c'è una scelta di genere, un atto di auto-determinazione che ha portato con sé anche il senso di colpa per la propria doppia natura, interiorizzazione del giudizio esterno e della sua paura. La vittima arriva a comprendere e infine condividere il pregiudizio che l'accompagna e per una transessuale, splendida e persa in un popoloso deserto, non c'è che il sesso e il suo ricco mercato.

Alla complessità psicologica della protagonista si contrappone – e inevitabilmente attrae – la superficiale inesperienza di Alfredo, un ragazzo più giovane e dal background ben agiato. Questa coppia stranamente assortita si muove in un mondo di elitari conformati e quasi anonimi, ben più interessati alla maligna bizzarria della vicenda che alla reale sorte dei diretti interessati.

Cenni storici

Terza opera della trilogia (con Trovatore e Rigoletto), esempio verdiano di pienezza psicologica nell'ambito della tradizione romantica. La protagonista, Violetta Valery, è evidente espressione di un lirismo drammatico che abbandona i contrasti accesi e si concentra su sottili modalità per esprimere i sentimenti più intimi. Fedele al dramma originale da cui è tratto, La dame aux camélias di Alexandre Dumas, dopo un iniziale insuccesso, l'opera, esempio della magistrale padronanza dei mezzi espressivi dell'autore, diventa l'emblema dell'amore travagliato attraverso la struggente vicenda borghese di Violetta e Alfredo, che rivoluziona le leggi del teatro, accostandosi alla vita contemporanea dell'epoca.

Note musicali di Enrico Lombardi

Caro spettatore, tra poco daremo nuovamente vita all'opera più conosciuta e rappresentata dell'intero repertorio lirico. È molto bello che una partitura di questo valore sia così intrinseca non solo di chi la interpreta ma anche di chi la fruisce. Sono sicuro, infatti, che citando l'inizio di alcuni passi de La traviata la nostra mente riesce ad associare facilmente quelle parole alla musica che le riveste: "Amami, Alfredo", "Libiamo ne' lieti calici", "Parigi, o cara"... Lo stesso accade quando pensiamo a un monumento o a un dipinto estremamente famoso, oppure a una celebre opera letteraria: chi non ha in mente, per rimanere in Italia, i primi versi della Commedia dantesca o l'incipit de I Promessi Sposi? Che cos'hanno in comune queste diverse forme d'arte, oltre al fatto di essere patrimonio di tutti noi?

A costo di dire una banalità (che, però, è essenziale), esse nascono da una chiara concezione dell'artista e arrivano a noi con un'architettura e una forma ben definite. Proviamo a immaginare lo stupore e il disorientamento se l'inizio della Commedia venisse alterato (o peggio, tagliato); o se una parte della Monna Lisa fosse sottoposta a qualche ritocco con l'intenzione di migliorarla. Qualcuno, inoltre, potrebbe mai pensare di togliere qualche mattone "di troppo" dal Colosseo? E La traviata, cui spesso tocca la sorte di essere tagliata qua e là?

Mi sono chiesto come potrebbe risultare se eseguita in forma completa con tutti i "mattoni" al proprio posto. Forse varrebbe la pena illuminare davvero i numerosi dettagli, i piccoli preziosismi scritti – o se vogliamo, i "colori" – di questo grande quadro. E forse potremmo scoprire che, contrariamente a quanto si dice di solito, La traviata non soltanto "si sa", ma si può anche (ri)studiare.

Note di regia Luca Baracchini

Caro Spettatore, che tu sia abbonato da tempo o che per te sia la prima volta a teatro, sono convinto che La traviata rappresenti una scelta confortevole. Se c'è, in fondo, qualcosa di noto e rassicurante in quest'opera è perché, dopo centosettant'anni di gloriosa rappresentazione, la love-story complicata fra una prostituta e un giovane di buona famiglia è diventata un topos narrativo popolare, comune nella cultura di massa ben oltre la lirica. Per conto mio, sono intimamente convinto che la lunga e assidua frequentazione ci abbia assuefatti a Traviata e forse non devo scusami, caro Spettatore, se tutto quel che porteremo in scena fra poco sarà fatto nel tentativo di rendere la tua poltrona un po' meno comoda.

Vorrei che smettessimo di accontentarci di un epilogo retorico e moralmente accomodante, in cui una "Maddalena" redenta ascende al cielo come una pudica vergine. Se Traviata è viva, oggi come centosettant'anni fa, chi vi assiste deve provare la contraddizione fra un pregiudizio che l'accompagna e un racconto che lo mette a nudo, davanti all'essere umano.

Non c'è nella morte finale nulla di edificante, né di romantico, ma solo uno specchio crudele e desolante; non c'è un dramma borghese della comune morale, ma una tragedia intima dell'essere umano, "malato" di pregiudizio al punto di farne egli stesso opinione di sé. Violetta non muore rivendicando orgogliosamente la propria identità, ma incarnando quell'aspettativa sterile e ipocrita che le ha rovinato l'esistenza; si strugge ma non combatte, pare quasi alla ricerca di un meritato martirio che la riscatti dalla colpa.

Decidi tu, amico Spettatore, se una colpa esiste o esiste solamente un pregiudizio che siede in poltrona insieme a noi.

La stagione, con informazioni, prezzi e approfondimenti, su www.teatrofraschini.it

BIGLIETTERIA Giorni e orari di apertura della Biglietteria del Teatro (C.so Strada Nuova 136): dal lunedì al sabato dalle ore 16:00 alle ore 19:00. Tel. 0382 371214 biglietteria@teatrofraschini.org