Speciale Pasolini

02/11/2015  20:00 -  21:00

02/11/2015

Corso Cavour 20, Pavia
Accessibile
Eventi per: Adulti
Sguardi puri 2016

Info

Rassegna "Sguardi Puri"
Prezzo ingresso: intero: 5 euro, ridotto AGIS e Over 65: 4 euro, fino a 26 anni: 3 euro.

Organizzato da

Comune di Pavia - Assessorato alla Cultura
Telefono: 0382399352
E-mail: cultura@comune.pv.it
 
Corso Cavour 20, Pavia

EVENTO SPECIALE - Pier Paolo Pasolini: a 40 anni dalla morte 

  • ore 20 Pier Paolo Pasolini a Sant'Angelo Lodigiano
    di roberto figazzolo, Ita, 2006, 12'.

    Da un incontro casuale la scoperta che il film Edipo Re del 1967 di Pier Paolo Pasolini accanto alle location in Marocco, a Bologna e nell'industriale zona sud di Milano si ambienta anche a Sant'Angelo Lodigiano, tra i pioppeti sul fiume Lambro, nelle cascine dei dintorni come in centro paese. E tra la gente c'e? chi ricorda del "maestro" ma soprattutto c'e? chi non dimentica la bellezza lunare di Silvana -Riso Amaro- Mangano... Diretto.

    a seguire  Pier Paolo Pasolini Teorema-Un breve film sulla memoria
    di roberto figazzolo, Ita 2009, 24'.

    Il ritorno a Sant'Angelo, nel parco del Ticino, e in tutta la zona a sud di Milano di Pier Paolo Pasolini per le location di Teorema nel 1968. Interviste a Guido Mazzon, Vittorio Prina e Natalie Guziuk, affascinante guida sull'Etna dell'Urlo di Massimo Girotti. Confronti sui luoghi, le riprese in parallelo di ieri e di oggi. Uno studio sulla percezione di territorio, identita?, cambiamento e consapevolezza. Tra religione e psicanalisi. Senza più nemmeno la pur remota possibilità di una salvifica redenzione. Elegiaco.
     
  • ore 21 SALO' O LE 120 GIORNATE DI SODOMA (copia restaurata)
    Regia Pier Paolo Pasolini,
    interpreti Caterina Boratto, Paolo Bonacelli, Giorgio Cataldi, Umberto P. Quintavalle, Elsa De Giorgi, Anna Recchimuzzi, Ines Pellegrini, Antonio Orlando, Aldo Valletti, Sonia Saviange, Antiniska Nemour, Hèlène Surgère, Franco Merli, Lamberto Book, Umberto Chessari, Claudio Ciocchetti, Gaspare Di Jenno, Sergio Fascetti, Bruno Musso, Olga Andreis, Graziella Aniceto, Benedetta Gaetani, Dorit Henke, Faridah Malik, Giuliana Melis, Renata Moar, Efisio Etzi, Guido Galletti, Rinaldo Missaglia, Giuseppe Patruno, Liana Acquaviva, Tatiana Mogilansky, Giuliana Orlandi, Susanna Radaelli, Ezio Manni, Fabrizio Menichini, Claudio Troccoli, Maurizio Valguzza, Anna Maria Dosena, Paola Pieracci, Carla Terlizzi,
    origine Italia, Francia 1975,
    durata 116'.
    v.m. 18 anni.

    In un momento imprecisato del 1944, quattro Signori fascisti, rappresentanti dei quattro poteri (giudiziario, aristocratico, economico, religioso) si rinchiudono in una decadente villa assieme a quattro megere, un gruppo di repubblichini ed un folto gruppo di ragazzi e ragazze, vittime che verranno sfregiate e massacrate in un crescendo di orrori fino al finale in sospeso. L'ultimo film di Pier Paolo Pasolini si rifà al celebre romanzo di de Sade trasportandolo al tempo della Repubblica di Salò. Ma è solo un'amara favola sul potere che SEMPRE uccide e schiavizza o la summa di un regista che avvertiva, con ere di anticipo sul resto degli uomini, l'impotenza disperata del mezzo cinematografico nella sua velleitaria ambizione di cambiare il mondo? Culmine dello stile cinematografico di Pasolini o ripiegamento già in atto della sua forza "rivoluzionaria"?

    La risposta sta forse nella frase che Paolo Bonacelli, duca di Blangy, rivolge a Umberto Paolo Quintavalle: "Ebbene eccellenza si è convinto. E dall'abisso di coloro che non godono ciò che godo io e soffrono i peggiori disagi che deriva il fascino di poter dire a se stessi: comunque io sono più felice di questa canaglia che si chiama popolo ... ovunque gli uomini siano uguali e non esista questa differenza, nemmeno la felicità esisterà mai".

    Oppure in quelle altrettanto illuminanti di Roland Barthes: "E' certo che ai fascisti Salò non piace affatto". Ma essendo Sade divenuto per alcuni di noi un patrimonio prezioso, alte grida si levano anche da tutt'altra parte: "Sade non ha niente a vedere col fascismo!" Quanto agli altri, nè fascisti nè sadiani, hanno per dottrina immutabile e comoda di trovare Sade "noioso". Il film di Pasolini non può quindi catturare proprio alcuna adesione. Eppure, e in modo evidente, da qualche parte va a colpire. Ma dove?

    Ciò che colpisce, ciò che fa effetto in Salò, è la lettera". In fondo oltre al linguaggio, alla lettera, ciò che impressiona è lo sguardo lucido (puro?) e spietato di Pasolini sul mondo e sui suoi sistemi di autoregolazione, come sostiene Georges Sadoul: " [Salò è] per Pasolini un modo di trattare metaforicamente il tema, conducendo al suo termine di disgusto la metafora stessa (il fascismo), ma ancora di più un modo per rappresentare la società di oggi".

    Universale e disperato.