Vergine giurata di Laura Bispuri (amare senza condizioni)
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Organizzato da
Comune di Pavia Settore Cultura, Cinema Teatro Politeama, Fondazione Teatro Fraschini e Cinetica film club presentano:
estiva 2015 Del "visibile parlare": il cinema e l'ineffabile a 120 anni dalla nascita del Cinema, a 750 anni dalla nascita di Dante Alighieri
rassegna estiva di cinema di qualità cinema sotto le stelle 2015
idea, progetto rassegna e schede filmografiche a cura di roberto figazzolo
inizio spettacoli ore 21.30
CINEMA POLITEAMA - PAVIA
gio 3 settembre 2015 Youth - Vergine giurata di Laura Bispuri (amare senza condizioni)
Regia Laura Bispuri, interpreti Alba Rohrwacher, Flonja Kodheli, Lars Eidinger, Luan Jaha, Bruno Shllaku, Ilire Celaj, Drenica Selimaj, Dajana Selimaj, Emily Ferratello, origine Italia, Albania, Svizzera, Albania, Germania, Kosovo 2015, durata 90'.
Gjergi ritrova la giovane Hana da sola nei boschi, i suoi genitori non ci sono più. Obbedendo ad una legge non scritta della montagna Gjergi la accoglie adottandola, d'altronde non ha lui stesso una figlia più o meno della stessa età? Lila e Hana impareranno così a conoscersi, e, anche se diverse, cresceranno insieme, condividendo una vita molto dura sui monti dell'Albania, campagne dove regna una cultura arcaica, che abita quelle regioni e segue il severo codice del Kanun, un insieme di regole, che ghettizzano e reprimono la donna. Anche per questo motivo Hana finirà per scegliere di diventare una vergine giurata, di giurare cioè verginità eterna assumendo un'identità maschile. Da quel momento sarà Mark, farà una vita da uomo, potrà decidere molto di più, ma dovrà anche dimenticare la propria femminilità. Molti anni dopo Mark si reca in Italia, vuole rivedere Lila, ma nessuno sa perché abbia scelto proprio questo momento.
Vergine giurata è il primo lungo di Laura Bispuri, l'autrice di Passing Time, corto vincitore del David di Donatello e di Biondina, che ha guadagnato invece un Nastro d'Argento. Il tema al suo centro è l'identità, non solo di genere, attraverso immagini semplici e ricche nella loro complessa ambiguità.
Si vedano a questo proposito le sequenze acquatiche, si considerino i dialoghi scarni, la limpida recitazione di Alba Rohrwacher, il rigore, l'intensità della messa in scena. Tutto concorre a rendere così toccante questa storia di femminilità negata, di sensualità repressa. Una macchina da presa che marca da vicino i suoi protagonisti, li insegue e non li molla, un cinema della realtà, che non teme di rappresentare l'ineducato e financo l'osceno, se lo scopo è quello di mettere a nudo un'anima e un corpo. Meglio, naturalmente, se di donna. Documentario.