Boyhood di Richard Linklater (più vero del vero)

11/07/2015  21:00 -  23:00

11/07/2015

Via Volta 31, Pavia
Accessibile
Eventi per: Per tutti0-99
Boyhood di Richard Linklater (più vero del vero)

Info

Prezzo ingresso: Biglietto intero €5,00 Biglietto ridotto €4,00 Biglietto studenti €3,00

Organizzato da

Comune di Pavia - Assessorato alla Cultura
Telefono: 0382/399770
E-mail: cultura@comune.pv.it
 
Via Volta 31, Pavia

Comune di Pavia Settore Cultura, Cinema Teatro Politeama, Fondazione Teatro Fraschini e Cinetica film club presentano:

estiva 2015 Del "visibile parlare": il cinema e l'ineffabile a 120 anni dalla nascita del Cinema, a 750 anni dalla nascita di Dante Alighieri

rassegna estiva di cinema di qualità cinema sotto le stelle 2015

idea, progetto rassegna e schede filmografiche a cura di roberto figazzolo

inizio spettacoli ore 21.30

CHIOSTRO ISTITUTO VITTADINI - PAVIA

sab 11 luglio 2015  Boyhood di Richard Linklater (più vero del vero)

Regia Richard Linklater, montaggio Sandra Adair, scenografia Rodney Becker, costumista Kari Perkins, interpreti Ellar Coltrane, Ethan Hawke, Lorelei Linklater, Tamara Jolaine, Nick Krause,Jordan Howard, Evie Thompson, Tess Allen, Sam Dillon, Megan Devine, Shane Graham, Derek Chase, origine USA 2013, durata: 163'.

Dieci anni nella vita di Mason, a partire da quando era un bambino di 6 anni. Passando dalla spensieratezza dell'adolescenza alle difficoltà di una famiglia moderna, il tempo trascorre inesorabile tra controversie, matrimoni vacillanti e nuove nozze, cambi di scuola, primi amori, prime delusioni sentimentali, gioie e paure. All'inizio della storia, infatti, il piccolo Mason deve affrontare un grande cambiamento: la sua amata e combattiva mamma single Olivia ha deciso che lui e sua sorella maggiore Samantha devono trasferirsi a Houston, dove ritrovano il padre Mason Sr, di ritorno dall'Alaska. Inizia così la nuova, movimentata vita della famiglia del ragazzo, contraddistinta da un via vai di genitori naturali e acquisiti, ragazze, insegnanti e capi, pericoli, desideri e passioni creative, che accompagneranno Mason nel suo percorso verso l'età adulta.
Ci sono film che riescono male perché vengono girati troppo in fretta, o perché la lavorazione si dilunga e il regista si perde, o perché magari sono troppo ambiziosi e i mezzi non bastano mai. Boyhood è un film a suo modo perfetto che è stato girato in meno di quaranta giorni ed è costato pochissimo, anche se la sua lavorazione si è protratta per circa dodici anni. Proprio così, dodici anni di riprese segrete, una volta l'anno, durante i quali il piccolo Mason interpretato sempre da Ellar Coltrane, che all'inizio è un paffuto bambino, diventa un ragazzino e poi un bellissimo adolescente, con tutte le trasformazioni del caso, fino a partire per il college. Dodici anni in cui non è cambiato solo lui ma i suoi genitori, interpretati da Patricia Arquette e Ethan Hawke, separati fin dall'inizio e destinati a incontrare altri partner che nel film avranno un ruolo talvolta importante e talvolta no. Dodici anni durante i quali è cambiata soprattutto l'America, passando dal dopo-11 settembre e dalla guerra in Iraq alla presidenza di Obama. Anche qui però senza sottolineature e drammatizzazioni, contrariamente a quanto accade nel novantanove per cento dei film americani, perché Linklater sceglie una prospettiva intimista e i grandi eventi ci sono, ma sempre sullo sfondo. Il film dedica a ogni anno una sequenza, concentrata in poche ore o in una giornata, ma non costruisce un 'grande romanzo' come hanno fatto tanti altri scrittori o registi, perché non connette fra loro i tanti personaggi che incrociano il cammino di Mason e della sua famiglia. Anzi, molti se li perde proprio per strada, dopo aver loro dedicato magari una sola scena. Come succede nella vita. Perché inseguendo con grande tatto e finezza quelle che potrebbero sembrare banalità, Linklater riesce a cogliere il cammino misterioso del tempo, il respiro silenzioso di un'intera epoca con una nitidezza e una tenerezza che danno al film il sapore della prima volta. Molti altri registi ci hanno provato,seguendo da Truffaut a Reitz (e allo stesso Linklater con la serie Prima dell'alba) attori e personaggi per anni. Ma in questo mosaico di fatto di dodici micro-racconti, curiosamente avari di crescendo e scene madri, è proprio il minimalismo di fondo che lentamente ci conquista. Fino a quel bellissimo finale che rovesciando il vecchio carpe diem insinua il dubbio decisivo. Forse Boyhood non è un romanzo e nemmeno una cronaca. È di fatto un poema. Altro

In caso di maltempo i film sarano proiettati al Cinema Politeama.