Class Enemy di Rok Bicek (no pain no gain)

16/06/2015  21:00 -  23:00

16/06/2015

Via Volta 31, Pavia
Accessibile
Eventi per: Per tutti0-99
Class Enemy di Rok Bicek (no pain no gain)

Info

Prezzo ingresso: Biglietto intero €5,00 Biglietto ridotto €4,00 Biglietto studenti €3,00

Organizzato da

Comune di Pavia - Assessorato alla Cultura
Telefono: 0382/399770
E-mail: cultura@comune.pv.it
 
Via Volta 31, Pavia

Comune di Pavia Settore Cultura, Cinema Teatro Politeama, Fondazione Teatro Fraschini e Cinetica film club presentano:

estiva 2015 Del "visibile parlare": il cinema e l'ineffabile a 120 anni dalla nascita del Cinema, a 750 anni dalla nascita di Dante Alighieri

rassegna estiva di cinema di qualità cinema sotto le stelle 2015

idea, progetto rassegna e schede filmografiche a cura di roberto figazzolo

inizio spettacoli ore 21.30

CHIOSTRO ISTITUTO VITTADINI - PAVIA

mar 16 giugno 2015 Class Enemy di Rok Bicek (no pain no gain)
di Rok Bicek, interpreti Igor Samobor, Natasa Barbara Gracner, Tjasa Zeleznik, Masa Derganc, Robert Prebil, Voranc Boh, Daša Cupevski, Doroteja Nadrah, origine Slovenia 2013, durata 112'.

L'insegnante titolare di tedesco lascia la scuola perché prossima al parto e al suo posto arriva nel liceo sloveno il professore Zupan. Profondamente diversi da quelli utilizzati dall'insegnate di ruolo, i metodi dell'uomo sono rigidi, freddi e punitivi, agli occhi di una classe abituata ad un clima di amichevole scambio tra docenti e discenti.
Quando una studentessa, Sabina, si suicida apparentemente senza motivo, i compagni sconvolti incolpano il professore e le sue richieste troppo esigenti. Ma, nel corso del lutto, il fronte unito della ribellione contro Zupan comincia ad incrinarsi e il vortice delle accuse si complica esasperandosi. Primo premio alla Settimana Internazionale della Critica alla Mostra del Cinema di Venezia nell'anno di uscita, Class Enemy è uno dei pochi film autentici sul mondo della scuola contemporanea. E non solo.
"Voi sloveni, quando non vi suicidate, vi uccidete tra voi", sentenzia un ragazzo asiatico, illuminando una delle chiavi di lettura di questo riuscitissimo lungometraggio d'esordio di Bicek. Ma, fuori dal racconto come dentro di esso, non è tutto manicheisticamente censurabile come bianco o nero, e al giovane regista non interessa solo la metafora della classe come riflesso in piccolo di una società ancora divisa al suo inter
Nel suo film mette anche un po' di sé: il ricordo della radio scolastica e l'episodio cardine del suicidio di una ragazza, che ha fatto parte della sua storia di liceale.
Bella riflessione sulla modernità educativa, oggi intesa come de-responsabilizzazione e protezione ad oltranza dei giovani dai dolori della vita, che si oppone alla vecchia scuola, più formativa anche se certamente meno empatica dell'“aspettati per ciò che dai”. E se la serietà del prof Zupan lo porta a venir accusato niente meno che di nazismo e ad essere identificato con un sistema rispetto al quale PROPRIO la cultura è invece l'unico antidoto possibile, nessuno si salva davvero in questo film. Il professore, la ragazzina introversa, il compagno che ha perso la madre, sono tutti costretti a fare i conti con la loro emotività, in un film piccolo, lineare, ma estremamente calibrato e dalla fotografia giustificatamente plumbea. Ecco. La classe è come un ring, nel quale i protagonisti si avventano gli uni contro gli altri. Ma sull'onda delle emozioni è così difficile riconoscere che la stessa lotta avviene ogni giorno nella nostra stessa società e senza esclusione di colpi?

In caso di maltempo i film sarano proiettati al Cinema Politeama.