Il Teatro Fraschini ritrovato:mostra di locandine e programmi di sala dagli anni '50 ai primi anni '70
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Locandine e programmi, stralci di un pezzo di teatro italiano, sono conservati all'interno dell'Archivio storico del Comune di Pavia, come molta documentazione della nostra vita passata. Sebbene conservati, giacevano nel silenzio. Dopo la chiusura del Fraschini nel 1985/6 e conseguenti traslochi, se ne era persa memoria.
Tornano a rivivere in una mostra dal titolo UNO SGUARDO DAL PONTE (uno dei titoli in mostra, la pičce di Arthur Miller) che la Fondazione Teatro Fraschini, in occasione del 250 anni e in collaborazione con l'Archivio Storico, ha realizzato nel foyer di Primo Ordine, un pezzo di memora e di costume che si potrą visitare (ingresso libero) venerdģ 13 ottobre alle ore 17.00 (inaugurazione) e successivamente tutte le sere di spettacolo. Per tutto il pubblico che animerą le serate di questa stagione invernale, per gli spettatori appassionati, per scoprire i testi rappresentati, i nomi in cartellone di attori del tempo che fu. Fino al 31 gennaio 2024.
Questo materiale, praticamente inedito, far luce su un periodo storico del Teatro Fraschini (il dopoguerra) che non č mai stato indagato a fondo. Sarą esposta solo una selezione di tanto materiale archiviato, una quarantina di locandine e altrettanti programmi di sala, che ripercorreranno un lungo arco di tempo, quasi ventennale (dal 1954 al 1972).
Dai primi anni '50 il Comune affida la gestione del Teatro Fraschini all'ETI, l'Ente teatrale italiano, istituito nel 1942, che organizza le tournče in una rete di teatri del Nord e Centro Italia (tra cui c'č anche il Fraschini) e che permette ai teatri di superare la crisi post bellica. Ne consegue la garanzia di Cartelloni di qualitą, nei quali prevale la prosa, un appuntamento annuale con l'operetta (un vero e proprio festival), di solito nel periodo delle festivitą natalizie. Teatro di intrattenimento e di impegno. Ma anche aperture a testi di autori stranieri come Arthur Miller, Eugene O'Neill, J.P. Sartre, Jean Cocteau e altri. E testi di Alberto Moravia, Natalia Ginzburg, Giovanni Testori, Diego Fabbri.
L'intrattenimento č presente soprattutto nel decennio pił spensierato della rinascita, quello degli anni '60, con i divi che provenivano dalla Rivista come Macario, Wanda Osiris e Riccardo Billi, successivamente dalla televisione come Alberto Lupo, Delia Scala, Gino Bramieri.
Le prestigiose Compagnie di Prosa con i pił amati protagonisti: Laura Adani, Sergio Tofano, Renzo Ricci ed Eva Magni, un applauditissimo e sempre presente Cesco Baseggio, Elsa Merlini, Arnaldo e Ave Ninchi, Tino Buazzelli, Tino Carraro, Sarah Ferrati, Tieri e la Lojodice, fino ai "giovani" tra la fine degli anni 60 e l'inizio dei 70 Piera degli Esposti, Gigi Proietti, Adriana Asti, Ugo Pagliai.
Le curiositą: i disegni di Dario Fo nelle locandine dei suoi spettacoli, le scene (e conseguenti disegni in locandina) firmate da Emanuele Luzzati e la citazione di Renato Guttuso in locandina come autore di bozzetti per Liolą di Pirandello.
La presenza a Pavia di Eduardo e Peppino De Filippo gią separati artisticamente, che portavano in scena le loro drammaturgie con le rispettive compagnie. E ancora Nino Taranto, Pippo Baudo "attor giovane" e i testi di un giovane Maurizio Costanzo.
Una giovanissima ma gią esuberante Raffaella Carrą in Compagnia con Gino Cervi nel Processo di famiglia di Diego Fabbri (1966). Domenico Modugno in Liolą.
La nascita, a Milano del Teatro Uomo.
Per quanto concerne le attivitą artistiche pavesi, una locandina (rappresentativa di tanti anni di attivitą) dei Saggi della Scuola diretta da Elena Perri Loverdos.
A fronte di valutazioni economiche nel mese di dicembre 1973 il Comune stabilisce il ritorno alla gestione diretta del Teatro attraverso l'affidamento delle competenze alla Commissione di Vigilanza dell'Istituto Musicale Vittadini e nominava Carlo Rivolta consulente artistico e organizzativo del Fraschini.
Ma questa č un'altra avventura teatrale pavese.