Prima che le foglie cadano

31/05/2019 - 23/06/2019
Broletto
Piazza Vittoria, Pavia
Accessibile
Eventi per: Per tutti0-99
Particolare di una delle opere dell'esposizione

Organizzato da

Comune di Pavia - Settore Cultura, Turismo, SUAP e Commercio, Eventi e Brand Territoriale
Telefono: 0382.399343
E-mail: cultura@comune.pv.it
 
Broletto
Piazza Vittoria, Pavia

Venerdì 31 maggio si inaugura presso lo Spazio per le Arti contemporanee del Broletto la mostra "Prima che le foglie cadano", a cura di Simona Bartolena.

I tre artisti che hanno partecipato al progetto - sostenuto fin dallo scorso anno dalla Fondazione Cicogna Rampana di Palazzolo sull'Oglio - Marta Vezzoli, Camilla Marinoni e Giuseppe Buffoli, si sono confrontati con una tematica complessa.

Come raccontare la guerra con un'opera visiva? Come affrontare il dolore, la devastazione, la violenza ma anche (e soprattutto) l'assurdità di un conflitto senza cadere nella banalità di un'immagine didascalica?

In un secolo che ha vissuto due conflitti mondiali come quello scorso, il confronto con l'evento bellico è stato inevitabile per gli artisti. Il primo conflitto mondiale ha visto una straordinaria rivitalizzazione della produzione artistica, grazie al ruolo detonante delle Avanguardie.

La grande guerra non ha messo a tacere l'arte, anzi, le ha dato una voce forte e veemente, traducendosi ora nelle grida interventiste e bellicose dei futuristi, ora nell'urlo dilaniante degli espressionisti, ora nella carica distruttiva e irriverente del Dada.

Cosa poter dire, ancora? Perché oggi, a più di cento anni dalla fine del primo conflitto mondiale ha ancora senso che l'arte parli di guerra? Come prima risposta si potrebbe certamente ricordare una triste verità: la memoria dell'uomo è evidentemente corta.

La coscienza del dramma non è sufficiente all'essere umano per non riprodurlo sempre con rinnovato vigore. La solitudine, la paura, il dolore, l'alienazione, la rabbia, la menomazione fisica e psichica di un soldato in trincea diventano, dunque, sentimenti sempre attuali, che ciascuno di noi potrebbe trovarsi a provare in situazioni ben meno gravi ma non per questo meno spaventose.

Ciò che unisce i lavori dei tre artisti in mostra è proprio questo: non si racconta la guerra ma l'effetto della guerra sull'uomo. Partendo dalle suggestioni dei resoconti, degli studi e delle immagini sul primo conflitto mondiale Marta Vezzoli, Camilla Marinoni e Giuseppe Buffoli hanno raccontato la fragilità umana, hanno messo in scena una sofferenza che riguarda tutti i feriti di tutte le guerre, anche quelle combattute nella società civile.